Conversazione
con Nathalie Decoster, artista ospite
Il tuo approccio filosofico ti ha permesso di creare un linguaggio umanista e universale che è ormai divenuto il tuo segno distintivo. Da dove trae origine, e in quale forma si presenta?
La mia filosofia è una parte essenziale del mio mondo perché affronta la condizione umana. Per questa ragione nelle mie sculture è sempre e comunque presente una figura umana. Questi personaggi – piccoli o monumentali che siano – sono messaggeri universali e permettono di identificarsi facilmente. Sono sempre racchiusi in una forma geometrica, un cerchio, un quadrato, un cubo e a volte sono in movimento. Il fedele messaggero esplora la condizione umana e cerca di guidarci nella ricerca della serenità. Le basi di questa filosofia si ispirano a Seneca: ogni mia scultura ci sussurra uno dei segreti della vita, come se ci fornisse un codice di accesso a un mondo più tranquillo.
Quanto è importante la nozione del tempo nella tua filosofia?
Molte delle mie opere esplorano la relazione che instauriamo con il tempo e la natura, sono il frutto di una lunga riflessione di oltre dieci anni sul tema. Il pubblico conosce il mio lavoro soprattutto attraverso la scultura iconica “Le temps qui passe”. Si tratta della rappresentazione di un uomo che cammina all’interno di un cerchio e gioca con una visione positiva dello scorrere del tempo che alla fine ci consente di accedere alla saggezza.
Viviamo in una società sempre più preoccupata per la mancanza di tempo e nel mio lavoro cerco di trasmettere speranza e mostrare che nel corso della vita stiamo effettivamente progredendo verso la saggezza.
Come affronti il tema della fragilità umana nelle tue sculture?
E’ vero che affronto spesso la nozione di fragilità umana nelle mie sculture.
È un aspetto affascinante della vita perché è qualcosa che cerchiamo continuamente di nascondere agli altri e tuttavia la nostra fragilità è intrigante, un argomento interessante da esplorare. Pensare di poterlo nascondere è utopia.
Ad esempio, la mia scultura “Frailty Cube” presenta una figura umana all’interno di una grande struttura a forma di cubo. Potremmo supporre che questo cubo monumentale protegga la persona al suo interno, ma è un’illusione perché in realtà il vento soffia attraverso il cubo.
Non mancano umorismo e ironia nel tuo lavoro e spesso ti prendi gioco delle assurdità della vita moderna. Come esprimi questi elementi nelle tue opere?
Creo anche sculture molto più leggere e divertenti come “Saute-mouton”, che scoprirete nel percorso di Panzano Arte. È un riferimento all’infanzia, allo scorrere del tempo e alla vecchia usanza di contare le pecore per addormentarsi.
La mia idea è di sollecitare il pubblico a disconnettersi, un gesto sempre più difficile nelle nostre società moderne in cui tutto è sotto controllo. La mia scultura “Dans la lune”, ad esempio, esplora il concetto di lasciar andare, qualcosa che oggi, paradossalmente, ci fa sentire in colpa. Le mie sculture cercano di ispirare lo spettatore a seguire un percorso più spirituale.
Come ti ha ispirato il borgo di Panzano e in che modo Panzano Arte trova corrispondenza nel tuo lavoro?
Il mio lavoro mi porta in giro per il mondo e sono più spesso all’estero che in Francia. Ho esposto in Cina, Hong Kong, Stati Uniti, Brasile e Messico, oltre che in numerosi paesi europei. Tuttavia esporre qui a Panzano è come un sogno che si avvera. L’approccio alla vita in questo borgo è in sintonia con la mia filosofia.
Quando la curatrice della mostra Mila Sturm mi ha presentato il progetto e mi ha descritto i suoi intenti empatici e umanistici vicinissimi alla mia filosofia, ho accettato senza esitazione
La gente mi aveva detto che la Toscana è una regione magica. E lo è davvero! Qui vive un autentico spirito del luogo, una reale autenticità. Gli abitanti del paese sono accoglienti e premurosi. Sono anche molto impegnati nel progetto. Si avvertono una serenità e una rara consapevolezza dei valori umani che mi colpiscono particolarmente e che creano un legame forte tra Panzano e il mio lavoro.
Possiamo parlare di “anno italiano” per Nathalie Decoster?
Direi proprio di si, Ho numerosi progetti in Italia nel 2019! Naturalmente, 30 delle mie sculture e 3 gigantografie saranno in mostra in Toscana durante Panzano Arte, ma non solo. Alcune mie sculture monumentali sono presenti in un percorso artistico anche nei giardini della splendida Villa Lario sulle rive del Lago di Como, dove saranno esposte fino al 24 novembre 2019.
Sarò anche alla 58° Biennale di Venezia in una mostra dal titolo “Nathalie Decoster, Intime Venice” per presentare le mie sculture in collaborazione con gli artigiani locali, in particolare l’artigiana e designer di gioielli veneziana Marisa Convento.